Uno dei componenti fondamentali della cartuccia da caccia sono i pallini. Essi nel concetto balistico hanno il compito di trasferire l'energia prodotta dalla combustione della polvere da sparo sul selvatico, provocandone l'abbattimento. Tale principio fisico presuppone che gli stessi siano un buon vettore dell'energia, ossia che nel tragitto dalla bocca del fucile da caccia al selvatico ne disperdano il meno possibile mantenendone a sufficienza a garantire il potere lesivo e la conseguente capacità d'arresto.
I pallini da caccia sono prodotti in molti materiali di differente economicità e la tradizione ce li trasmessi prodotti in piombo. Oggi in alcune aree (zone di caccia agli acquatici) l'accumulo di piombo e la loro ingestione da parte degli anatidi che provoca il saturnismo, ha indotto a ricercare nuovi materiali e leghe meno inquinanti e sufficientemente lesivi. La ricerca è tutt'ora in corso perché pur essendo già disponibili molti materiali la loro economicità è ancora lontana da quello del classico pallino di piombo.
Il pallino da caccia per svolgere la sua funzione dei confronti del selvatico deve essere proiettato con buona velocità e arrivare sul bersaglio con una rosata uniforme tale da coprire la sagoma e arrestarlo prontamente. I pallini hanno dimensioni diverse in funzione della necessità del trasferimento di energia necessario. Nella pratica di tutti i giorni pallini di diversa dimensione vengono utilizzati su selvatici diversi perché gli stessi hanno moli e resistenza differenziati.
Differenza visiva dei pallini da caccia di varia dimensione
Oltre alle ottime doti balistiche il piombo era relativamente economico e facilmente utilizzabile, fondeva a temperature non eccessive e consentiva una realizzazione dei pallini anche casalinga.
Poi con l'avvento della retrocarica e della conseguente munizione preconfezionata, il piombo è rimasto l'elemento fondamentale della cartuccia ma è cambiata la sua lavorazione. L'industria si è appropriata della realizzazione dei pallini, realizzando dei procedimenti che garantivano prodotti di buona uniformità. Ricordiamo questo perché la realizzazione casalinga della munizione non consente l'ottenimento di una buona sfericità, elemento di assoluta importanza per il mantenimento di una buona traiettoria ed una uniforme rosata.
Per cui al momento l'acciaio sembra essere l'unica lega di metallo che possa essere convenientemente impiegata nella produzione dei pallini da caccia. Le prime apparizioni sul mercato dei pallini di acciaio sono recenti e dalle sperimentazioni dell'industria si è giunti alla conclusione che due sono gli elementi che li differiscono da quelli di piombo: la sicurezza dell'arma e il rendimento balistico.
Per ciò che concerne la sicurezza dell'arma i munizionamenti attualmente in commercio cono costituiti da contenitori di plastica estremamente resistente, perciò sono escluse usure delle canne. Discorso diverso invece per le strozzature, poiché il pallino di acciaio offre molta resistenza allo schiacciamento di conseguenza genera sovrappressioni pericolose sullo strozzatore.
Per ciò che concerne la sicurezza dell'arma i munizionamenti attualmente in commercio cono costituiti da contenitori di plastica estremamente resistente, perciò sono escluse usure delle canne. Discorso diverso invece per le strozzature, poiché il pallino di acciaio offre molta resistenza allo schiacciamento di conseguenza genera sovrappressioni pericolose sullo strozzatore. Il problema non sussiste per il calibro 16, perché in Italia non risultano commercializzate cartucce da caccia in acciaio ma è elemento che deve essere considerato comunque da coloro che intendessero effettuare una ricarica casalinga.
Il rendimento balistico è anch'esso difforme rispetto al piombo essendo il peso specifico dell'acciaio inferiore del 30% rispetto al metallo tradizionale. Di conseguenza ne risulta che le cartucce devono essere caricate con pallini più grandi in grado di mantenere la medesima efficacia, il tutto ovviamente a scapito della densità di rosata.
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