Valutare un fucile ...
Non è poi cosi facile!!!

L'attribuzione di un valore congruo e giusto ad un fucile da caccia, come a qualsiasi altro manufatto, è un esercizio non banale, e questo almeno se si vuole applicare criteri logici di stima che facciano capo ad una disciplina tecnica, branca dell'economia, che è l'estimo. L'estimo, secondo una delle definizioni più centrate è la disciplina deputata ad assegnare un valore (in moneta) ad un bene, utilizzando strumenti e procedimenti tecnici. Ora, l'estimo è un disciplina complessa che utilizza, trasversalmente altre discipline per ottenere giudizi e coefficienti matematici utili ai suoi scopi. Evitando il rischio concreto di dover scrivere un trattato sulla materia, vediamo come opera nella attribuzione di un giudizio di valore da assegnare ad un'arma da caccia.
Per far ciò partiamo da una moltitudine di quesiti che giungono al sito del Club relativi a doppiette datate, i cui possessori sono per la maggiore, persone che le hanno ereditate senza conoscerne la genesi e conoscendone poco o nulla, in termini di dati tecnico-balistici, costruttore, epoca di fabbricazione ecc.
Quando si parla, in particolare di doppiette a retrocarica in la con gli anni, ci si riferisce quasi sempre a cani esterni, con un'epoca di fabbricazione che parte dai primi del novecento a venire avanti, ma semplicemente questo venire avanti è in grado di generare una attribuzione del valore molto difforme, anche semplicemente perché nel lungo intervallo di tempo che può andare per esempio dal 1900 al 1970 molti connotati tecnici sono cambiati in maniera radicale.
In particolare le canne possono essere state di tipo damascato (agli inizi del '900 alcuni vecchi armaioli producevano con metodi ottocenteschi), possono essere in acciaio più o meno buono e possono essere anche dotate di un rivestimento interno a base di cromo (canne cromate). Ma esiste con assoluta certezza anche un'altra fondamentale variante. Nell'intervallo di tempo suddetto le camere di cartuccia hanno subìto un'evoluzione (un allungamento) e possiamo trovare camere di 65, 67, 70 mm.
Allora interviene uno dei fondamenti dell'estimo: lo scopo della valutazione. In base alla definizione dello scopo il valore può cambiare. Se lo scopo è conoscere il valore per non commercializzare comunque l'arma ma per propria cognizione, il criterio che si può seguire è quello della attribuzione del valore di ricostruzione, ma se invece si intende commercializzarla il criterio da seguire è quello dell'attribuzione del valore di mercato e non sempre i due possono essere assimilati.

Il valore di ricostruzione o di costo

Questo valore si basa sul principio che un manufatto, in questo caso la nostra doppietta, sia la somma di una serie di costi necessari per produrlo per produrlo. Costi non relativi ad una moderna produzione ma invece realizzati con i metodi dell'epoca. In caso di doppietta, il processo di generazione del valore è abbastanza semplice poiché poco è cambiato ed i metodi di lavorazione anche storici, sono sempre abbastanza attuali e analizzabili. Perciò si può anche valutare che ricostruire ex novo la medesima doppietta che si ha in mano può costare (come somma dei singoli costi) un tot, per esempio 2.000 euro. A questo punto il valore è attribuito, ma ovviamente non è il definitivo, perché l'arma è datata ed ha tutte le componenti meccaniche che hanno subito logorio più o meno accentuato. 

Ecco questo è il punto cruciale, ove la maggior parte dei possessori di armi liquidano la questione (in senso positivo per loro) con la classica frase "arma in buono stato, fucile che ha sparato poco". Ma la cosa non è così semplicistica. Il fattore "logorio", inteso in senso generale, nelle armi da caccia non dipende solo dalla quantità di colpi sparati (che comunque è un dato di importanza capitale) ma anche dalle modalità con cui è stata conservata l'arma. Per meglio definire il tutto, occorre tenere sempre in considerazione le differenze fondamentali tra alcuni fattori che generano il logoramento, in particolare la differenza, legata alle canne, tra erosione e corrosione. 

L'erosione è un fenomeno meccanico, legato al lavoro a cui è stata sottoposta l'arma (ossia le cartucce sparate) e si concretizza in una continuativa asportazione di materiale, realizzata dallo sfregamento del piombo sulla canna. In questa, l'uso esasperato dell'arma porta, ovviamente ad un elevata erosione e quindi ad un abbattimento del valore, sino ad un fattore limite (ossia di sicurezza) nel quale la degenerazione della canna consiglia la sua sostituzione con una nuova. 

La corrosione è invece un fenomeno chimico, indipendente dal numero delle cartucce sparate (anche se in parte la condizionano) e consiste in una serie di eventi degradativi ai quali i metalli esposti all'aria vengono sottoposti (una di questi è ben visibile ed è l'ossidazione - ossia la ruggine) che abbattono il valore di un'arma. La corrosione interna della canne, in epoche trascorse era importante, sia per la chimica particolarmente corrosiva di inneschi e polveri, sia perché le canne che tendenzialmente erano prive di cromatura, la subivano particolarmente. In ciò la conservazione, ossia la manutenzione, quindi la pulitura continuativa dell'arma è fondamentale ma spesso in passato era realizzata con prodotti che invece di migliorare la situazione, a lungo andare la peggioravano (olii minerali da utensili generici non sottoposti ad elevate temperature - tipo macchine da cucire - e addirittura i deleteri olii vegetali). 

Dalle suddette considerazioni si può considerare che il valore di ricostruzione dell'arma possa subire un abbattimento di valore per invecchiamento compreso tra il 40% e il 60% per le sole canne. Ma non è tutto, anche le altre componenti meccaniche, seppur in maniera minore, subiscono in particolare la corrosione (cani, gruppo scatto costituito da molle e leve, chiusure più o meno articolate) giungendo ad abbattere il valore globale dell'arma anche di un buon 25%. 

I legni ugualmente possono aver subito un naturale logorio per incuria, per scarsa manutenzione o per uso continuativo in ambienti particolarmente umidi. Fattori questi in grado di peggiorare l'aspetto generale dell'arma da un 10 ad un 20 %. Tutte queste considerazioni possono portare un decadimento del valore anche molto molto consistente, che vediamo quale esempio nella tabella successiva. 

Rileviamo che l'utilizzo di una metodologia con valore di ricostruzione non svilisce affatto le armi di pregio rispetto a quelle "popolari", dato che per le prime il valore che si otterrà rimane proporzionalmente più alto delle seconde. Il metodo, non tiene invece conto del fattore prestigio, rarità o appartenenza a specifico personaggio del passato.

Tabella indicativa del decadimento del valore di un fucile da caccia (doppietta).

Mobirise

Dalla precedente tabella siamo in grado di evincere che anche nel tempo un'arma ben conservata mantiene un buon valore, ma questo è un caso estremamente raro da assegnare esclusivamente a fucili che hanno sparato molto poco e che abbiano ricevuto nei lunghi periodi tra un utilizzo ed un altro un'ottima manutenzione effettuata con ottimi prodotti. Più frequente è il caso che assegna un valore intermedio, mentre molte doppiette poco curate nella manutenzione e molto utilizzate hanno ormai un valore vicino allo zero.

Il Valore o Prezzo di mercato

Quando lo scopo della valutazione è la commercializzazione, il valore definitivo della compravendita assume il nome di valore o prezzo di mercato. E' un valore assoluto, punto di incontro tra il valore che è assegnato all'arma dal possessore per essere disposto a cederlo e il valore che gli assegna l'acquirente per acquistarlo (in questo secondo valore molti pensano di inserire anche una valutazione affettiva che esula completamente dalle leggi che regolano l'estimo). Il valore di mercato è sicuramente il più utilizzato (es. nel caso di compravendite immobiliari o nel caso di usato automobilistico, ecc) in tutti quei casi ove il mercato offre un gran numero di spunti su beni identificabili con fattori tangibili (es. Alfa Romeo 2000 GT del 2006 con 200.000 km). Ma quando siamo chiamati ad assegnare un valore di mercato ad un'arma molto spesso ci troviamo di fronte a pochi dati (ad esclusione di fucili di grande serie es. Beretta 300 o Franchi AL48). In particolare nel caso di una doppietta un pò in la con gli anni, le occasioni di compravendita per definire un valore di mercato sono rare e molto spesso anche per armi prodotte in un gran numero di pezzi, non si è a conoscenza di contrattazioni e quindi del prezzo definitivo di una compravendita. Manca quindi molto spesso il dato certo ed acquisito!

Questo è il caso più frequente e allora l'estimo ci insegna ad allargare i concetti per analogia. Se per esempio abbiamo in mano una doppietta artigianale degli anni '50 a cani esterni, di cui sappiamo ben poco, ma che giudichiamo in buono stato di conservazione per analogia potremo andare ad assegnare il valore più probabile cercando prezzi di mercato di altre armi paragonabili (doppiette a cani esterni dello stesso calibro con egual cameratura di cartuccia, di periodo produttivo analogo e se possibile, prodotte nella stessa nazione. Oggi ancor più di ieri esistono occasioni per acquisire questi dati attraverso siti di offerta delle armi (es. www.armiusate.it) ove però il valore esplicitato è relativo alla sola offerta. Qui è possibile trovare un buon dato di partenza su cui impostare una contrattazione, lato offerta. Ovviamente anche in questo caso non è possibile attribuire un valore "affettivo" (era l'arma con cui mio padre .....), perché nessuno sarà disposto a pagare un plus valore di questo tipo.

Valore di armi appartenute a personaggi celebri

In questo caso, affatto raro, l'attribuzione del valore sfugge sia ai criteri di mercato (il pezzo è unico, non perché non replicato, ma perché appartenuto a ......) e anche al valore di ricostruzione. Al valore finale di una contrattazione di questo tipo, rispetto al valore dell'arma, viene ad essere attribuito il valore della fama del possessore, che spesso supera il primo dato anche di molto. Il valore finale di una contrattazione di questo tipo sfugge a qualsiasi regola e sta nelle corde del venditore e dell'acquirente e nella loro capacità di contrattazione.

Al nostro sito e alle pagina facebook relativa, giungono una quantità di richieste di valutazione di armi vecchie, ma nella maggior parte dei casi è impossibile dare una valutazione per la scarsa capacità di descrizione dell'arma, sia in termini di informazioni fornire sia in termini di fotografie che ne identificano tutti i dettagli necessari.


Per qualsiasi ulteriore informazione sulla attività del Club scrivere a : segreteria16@calibro16.it

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